domenica 14 settembre 2008

un caso di Haemo

Si sieda, disse l'esimio alla bellissima donna davanti a lui (la ASL non accettava per Heamo iscrizioni di donne meno che strepitose).

Lei, avanzando verso di lui, con un paio di decollté rosse tacco 12 si sedette e sospirò.
Vede dottore, quando ho le scarpe ho sempre visioni orribili, pesci che escono dal lavandino e mi azzannano, draghi che cadono dal cielo sputando fuoco, serpenti che strisciano fuori da ogni dove e mi soffocano.

- Signora, da oggi indossi solo le Crocs, nessuna specificica indicazione sul colore, che è a sua scelta, e poi torni fra una settimana.

La settimana successiva la signora tornò da lui sorridendo e finalmente serena, non più preda delle orribili visioni.

Grazie dottore, sapevo che lei è unico, sono guarita senza medicine. Ma ora mi dica, che nome aveva la mia malattia ?

Signora, era un chiaro, evidente, palese, caso di alluci-nazioni; le scarpe arrapanti che lei indossava (e il pensiero gli corse alla prima volta che l'aveva vista) le premevano gli alluci e le provocavano le visioni che mi ha narrato.

La signora, ovviamente, libera dai suoi incubi gli si concesse sul lettino, libera di pensare solo a lui e non a qualche maleficico mostro a innumerevoli zampe che sempre era in agguato.

sabato 13 settembre 2008

Sex and the country

"Scrofizzati tesoro" sussurrò lui con complicità, lei grugnì amorevole poi si scrofizzò.
Fu bellissimo, dopo, centellinando un Madera di 30 anni , si divertirono un mondo a grattarsi via le croste di formaggio.

sabato 6 settembre 2008

...continua 2... Termodinamica (haemo e jean sono la stessa persona?)

Ieri ho incontrato tuo figlio, gli ho detto buongiorno lui mi ha detto "chi cazzo sei?" Gli ho risposto "ma sei scHaemino? ti sembra il modo? sono tuo padre".
"Scusa non ti avevo riconosciuto, sembri più alto"
Haemo scusa, ma come lo abbiamo educato io e tua moglie? A proposito come cazzo si chiama?

venerdì 5 settembre 2008

Carmina burina

“Professione?” chiese l’impiegato dell’anagrafe al signore che doveva fare la carta d’identità.
“Zampognaro” rispose il signore.

mercoledì 3 settembre 2008

Fine di un amore

Basta, disse lei, con gli occhi rossi di pianto.
Me ne vado, sei solo un porco. Sì, solo un porco.

Mise le sue cose in una piccola valigia e, senza girarsi indietro neanche una volta se ne andò.

La porta che si chiudeva ed il rumore dei suoi tacchi per le scale furono come il colpo di grazia che finiva di uccidere quello che era stato un grande amore.

Vabbè, pensò fra sé e sé, come disse Rossella Brescia, o era O'Hara Borselli, domani è un altro giorno, e si avviò verso il bagno.

Si spogliò lentamente, si guardò allo specchio e compiaciuto ammirò il suo corpo roseo e compatto, coperto da una sottile peluria.
Fece un po' di smorfie arricciando il naso e si immerse nella vasca.

Piccoli schizzi di fango cadevano sul pavimento e sulla parete , ma lui era così felice che non ci fece caso, e cominciò a grugnire ed a grufolare di piacere, mentre il piccolo codino, nel fango, roteava vorticosamente.

il Giappone piange la partenza di Visir

ci sono piogge torrenziali e città inondate dai fiumi straripati.

Molto colpita è la città di Okazaki, che è pure l'esclamazione del cittadino medio che scende dal letto e si trova l'acqua a mezza gamba.

Porporina insonne, maremma maiala

martedì 2 settembre 2008

Il centauro pesto (l'adunanza?)

Pin-Nao, monaco Taoista e Maestro di massimi sistemi, dormiva e sognava.

Un sogno particolare, visionario e preveggente, come spesso gli accadeva quando mangiava troppi involtini primavera in salsa wasabi e beveva la grappa al temibile fungo Fugurai giapponese, dono di un Visir ottomano.

La profezia era avvolta dalle nebbie di un futuro lontano. In questo paesaggio onirico i suoi passi calpestavano una strada grigia fatta di una terra compatta senza polvere. Intorno: pagode di pietra alte ma diverse da quelle cui era abituato.
Il rumore del mare giungeva da lontano, misto al profumo di basilico e pinoli.
Inaspettatamente gli apparve da dietro un angolo un mostro orrorifico a due teste che parlava una lingua bizzarra e cantilenante.
L'essere deforme lo guardava curioso con una leggera nota canzonatoria nello sguardo, specie nell'occhio sinistro. Molto sinistro avrebbe detto il monaco.

"Sei tu forse un demone?", domandò Pin-Nao, sbarrandogli la strada e adottando l'invincibile posizione della gru infinocchiata.
Il demone di rimando proferì parole dal sapor oscuro: "Te sbati il belin su scheeja, brut cines".
Il Maestro colse la velata minaccia e per precauzione gli affibbiò un potentissimo calcio volante sincopato nelle gonadi.

Il diavolo bifronte cadde a terra con un barrito e ratto si trasformò in uomo: magro e dai capelli di un biancore abbacinante. Il mostro ora di forma protoumana montò, agile come un Panda gravido, su uno strano cavallo a due ruote parcheggiato nelle vicinanze. Sparì poi rombando all'orizzonte, gridando al vento con voce ora più acuta: "Porporina adesso come fo!".

A terra, dimenticato dalla creatura degli Inferi, una piccola pergamena vergata con il nome e l'indirizzo di un noto taumaturgo locale.

Il mistero si infittiva, le ombre si aggiungevano al buio. Mai Pin-Nao aveva veduto un simile prodigioso connubio di fatti e parole.

Egli si svegliò di soprassalto e chiamò a gran voce il fedele allievo.
"Pi-Nin! Non servirmi più involtini primavera per cena e sotterra lontano la botte di Fugurai...poi dimenticane il luogo".

Il giovine allievo, nella stanza accanto, interuppe per un attimo l'abituale allenamento onanistico nottourno e pronto rispose fra i grugniti: "Va bene maestro...Ora vengo".

Inspiegabilmente però, vicino al suo letto, Pin-Nao trovò il piccolo biglietto del sogno con l'indirizzo del grande Ippocratico. Avrebbe forse sfidato nuovamente l'ignoto seguendo questo segno del Tao sempiterno? Il futuro era però ancora incerto.

Riprese infine il suo sonno profondo, simile a quello della tigre sulla montagna, ma il presentimento di una grandiosa adunanza si fece strada in lui sempre più.

Tratto da: "Le centurie di Pin-Nao" IV sec. A.C.