giovedì 25 settembre 2008

L'incenso e la spada


Il Maestro Pin-Nao era assorto nel “wu-wei”: l'agire senza azione.
In altre parole non stava facendo un cazzo come suo solito.

Proprio sul più bello, mentre stava entrando nello stato di coscienza Ming (o Menga), irruppe nella stanza il suo allievo prediletto, il nipote Pi-Nin.
Trafelato il giovane disse: “Divino, è giunto qui, proprio ora, lo spietato Governatore Ko-Hur-Nut con il suo seguito, è di passaggio nella nostra provincia e vuole vedervi”.

“Calma il tuo spirito Pi-Nin! Non sai forse che le preoccupazioni non fermano la mano del destino?”, ammaestrò il Grande Taoista.
“Si dice che egli primeggi nell’arte marziale e sia un combattente terribile”, aggiunse Pi-Nin visibilmente preoccupato per l’incolumità del maestro che era anche la sua unica fonte di sostentamento.
“Solo gli sciocchi si nutrono con le orecchie”, sbottò Pin-Nao.
Poi imperscrutabile aggiunse: “Fallo passare e servimi il pasto…E’ mezzodì ed ho un certo languorino”.

Nella sala ampia e sobria entrò con arroganza il Governatore dello stato di Chou. Lo seguivano il Capitano delle guardie e, tre passi indietro, la giovane moglie di adamantina bellezza.
Lo sguardo del Maestro si posò su ognuno e poi continuò a mangiare dalla sua ciotola senza una parola.

Visibilmente imbarazzato per l’accoglienza così poco formale, il Governatore parlò titubante: “Venerabile Maestro, si dice che oltre che saggio voi siate insuperato nell’arte del combattimento. Insegnatemi i vostri segreti”.

Il Sommo continuò il suo pasto in silenzio. Improvvisamente una mosca roteò veloce intorno alla sua scodella fumante. Rapido come minzione di Tigre, Pin-Nao l’afferrò con le bacchette. Poi la guardò con semplicità e...La lasciò andare, riprendendo quindi il pasto masticando rumorosamente.

I minuti passarono.

Improvvisamente con un profondo inchino il Capitano delle guardie spazientito disse: “Maestro! Sua Eccellenza il Governatore vi ha fatto una domanda…Che dite dunque!”.
Pin-Nao sollevò lo sguardo dalla sua ciotola e parlò: “Ho risposto! Solo che voi udite solo le parole”.

Con un sospiro il Governatore riformulò la sua richiesta: “Perdonate il mio Capitano, ma per cortesia rispondete”. Continuò poi, abbassando il capo: ” Ho tre quesiti. Come posso non essere mai sconfitto, cosa devo fare per vincere e in ultimo come devo comportarmi con il mio nemico. Parlate ve ne prego”.

Pin-Nao con voce profonda e ispirata disse: “Chi non contende non è mai sconfitto”, e aggiunse “Evitare è meglio che combattere, bloccare è meglio che colpire, colpire e meglio che storpiare, storpiare è meglio che uccidere. Solo alla morte non è possibile porre rimedio.
Ricorda…Sopra ogni cosa è vincere senza lottare, così si realizza la Via del Tao.”.

Dopo una pausa, il Supremo, riprese: “ Prima di tutto avvolgi il tuo avversario con il tuo spirito, egli attaccherà, quando tu lo vorrai. Sarai padrone del suo vuoto e del suo pieno, il combattimento inizia molto prima di incrociare le armi”.
Il grande Maestro, ingoiò un boccone e parlò ancora: “La tigre nascosta nell’erba alta triplica la sua forza. Nulla deve rivelare il tuo attacco, nascondi i tuoi intenti anche a te stesso, agisci come se tutto fosse già stato fatto. La mente domina il corpo, ma il respiro domina la mente...Quindi realizza. Da ultimo con il nemico sii risoluto, ma non essere crudele. Sii neutro -Corri sulla neve senza lasciare impronte-".

Sulla compagine cadde un silenzio ancora più pesante.

Pi-Nin si mordeva nervosamente la manica della veste, presagendo la fine, ma così non fu.

Il Governatore si alzò e disse compiaciuto: “Grande Pin-Nao io vi ringrazio dei preziosi segreti ai quali mi avete addotto”.
Il Maestro con un sorriso sornione lo interruppe: “Prima però Governatore metteteli in pratica un poco, magari con il vostro seguito di soldati, nella vicina foresta dell’Eterno Sudore. Poi tornate da me e vi darò il mio parere”.
Congedò così i visitatori Pin-Nao, facendo seguire il suo commiato con un rutto maestoso (probabilmente dovuto al gran numero di ravioli al vapore che aveva mangiato) che scarmigliò un poco l’acconciatura dell'alto dignitario.

Gli ospiti erano ormai sulla soglia quando la voce tonante del grande taumaturgo li raggiunse: “Vostra moglie lasciatela qui. Ho colto uno scompenso in un suo meridiano che devo guarire”.
Il governatore si inchinò riconoscente e si allontanò nella foresta dell’Eterno Sudore per l'allenamento.

Pin-Nao posò il suo sguardo profondo ed ammaliatore negli occhi della giovane nobildonna e con voce dolce e musicale, come melodia d'arpa Birmana nella notte, disse: “Vieni piccola, ti mostrerò la mia collezione di incensi profumati”. La donna semplicemente sorrise e squittì: “Volentieri, Glande Maestro” e si appartarono insieme per alcune ore.

Quando ritornò il Governatore con le sue guardie si esibì in una dimostrazione che il Maestro, magnanimo, giudicò pregevole.
La carovana riprese infine il suo viaggio diretto alla città di Chou sede del governo imperiale.

“Che simpatico vecchietto, proprio un grande saggio”, pensò il Governatore dondolando nella portantina. Il suo sguardo si posò distrattamente sulla bella consorte che guardava lontano con uno strano sorriso estatico che non ricordava di aver mai veduto.
Scrollò le spalle Ko-Hur-Nut, pensando fra se e se: “Le donne! Non capiranno mai un cazzo di Yin e neanche di Yang”, poi non ci fece più caso.

Giochi erotici

Amore, disse lui, sai che l'odore delle tue puzze mi inebria, mangia un chilo di fagioli e poi illumina la mia notte.
Lei, docile eseguì, ma quel che non sapeva, mentre si produceva in terrificanti flatulenze, era che lui, con un accendino, gli dava fuoco, e le scintilline lo esaltavano

Fino a che, il gran botto finale non risalì lungo la schiena e le bruciò le lunghe chiome, che finirono prima arricciolate e poi carbonizzate.

Il tragitto verso il pronto soccorso fu drammatico, non per il dolore delle ustioni, ma per elaborare rapidamente una scusa plausibile sul cosa poteva essere successo senza dire la verità.

martedì 23 settembre 2008

Una serata perfetta

La cena sulla terrazza dell' Hotel Kraft era stata perfetta.

Perfetta la luna piena che illuminava la città, che romantica si dispiegava ai loro piedi. La cupola del Duomo, il campanile di Giotto, la torre di Palazzo Vecchio.
Un po' di vento le scompigliò i capelli, ed un brivido di freddo la attraversò, ma lui, premuroso, le mise la sua giacca sulle spalle, e sfiorandole la punta delle dita le disse: - ora va meglio, mia fata ?

Pagò il conto, prese il bouquet con cui l'aveva accolta in auto quando era andata a prenderla e cingendole teneramente le spalle si avviarono verso l'ascensore.
Fecero il tragitto verso casa parlando di cose futili, quasi a voler rimandare il distacco che li stava aspettando lì, sul portone di casa di lei.

Accostò al marciapiede, spense il motore, e guardandola negli occhi la strinse a sé e la baciò, teneramente, con trasporto, con una passione che si percepiva fortissima all'intero dell'abitacolo.

-Ora devo andare, disse lei. E' stata una serata meravigliosa, ma non riusciva a staccarsi da lui, dal suo profumo, dal suo abbraccio.

Ancora un altro bacio e poi aprì la portiera. Poi, quasi indugiando gli disse:
Walter, io credo amarti.

CAZZI TUOI, rispose lui, sbatté la portiera e sgommando ripartì nel buio della notte estiva.

Le misteriose vie della seduzione

Sono bello, intelligente, ho un ottimo lavoro, brillante, abito in una zona yeah di Milano, non ho difficoltà a tessere relazioni umane, eppure, dopo averle blandite con parole, sussurri, aperitivi, sms intriganti, quando le vado a prendere sotto casa per la cena che dà il via alle danze, le più gentili ridono e girando i tacchi se ne vanno, le altre mi sparano una serie di pirla, ma va' da via i ciapp, ti s'è minga normale, e la serata finisce sempre male.

Valle a capire le donne, disse scuotendo la testa, prese le chiavi e mise in moto, avviandosi verso casa. Mise le frecce e uscì dal parcheggio.

L'Ape Piaggio gialla, con barre anti accartocciamento, si mosse lenta nel traffico della sera.

Mia Dea.....

le disse lui con voce che avrebbe fatto vibrare la più insensibile delle donne, sei unica, sei speciale, sei tu, meravigliosamente tu, ma, e qui abbassò lo sguardo, e quasi sospirando aggiunse,
NON METTIAMO IL CARRO DAVANTI AI BUOI

Lei si tolse un ricciolo da davanti agli occhi, e dolcemente gli rispose:
- hai ragione, i nostri vicini di fattoria mi prenderebbero per il culo fino a Natale, se facessi una cosa simile, e quegli stupidi bovini capirebbero ancora, meno, se possibile, cosa devono fare.

Girò la chiave nel cruscotto, mise in moto e lo schiacciò col trattore, passandogli sopra due o tre volte con la trebbiatrice, per essere certa che il lavoro fosse fatto bene.

Censire il Vuoto


Nel quarto secolo avanti Cristo, nell’anno del Bufalo, durante il regno della dinastia Chou, fu fatto il censimento dei sudditi del Celeste Impero.

Pin-Nao, accompagnato dal fedele allievo Pi-Nin si recarono quindi all’ufficio del funzionario dell’Imperatore per la registrazione.

“Chi sei”, chiese il governativo rivolto al grande Maestro Taoista.
“Non lo so”, rispose il Sommo.
“Come!? Ma non ti conosci?”, inquisì spazientito l’impiegato.
“Appunto perché mi conosco molto...Posso dire che non so chi sono”, disse pacato il Monaco.

“Insomma chi sono che viene così?”, gridò l’uomo da dietro la scrivania, posando lo sguardo ora sul Divino, ora sull'allievo.
“Io non posso saperlo, ma il bue e il tasso certo lo sanno”, rispose Pin-Nao con un ruggito.

Solo l’intervento pacificatore di Pi-Nin scongiurò un massacro con le guardie accorse in soccorso del funzionario pieno di lividi.

Tributo a Haemo


Vito: “ Miette o' sfriticchiusu inta a’sfrigunciella”
Moustafà: “Eh?”
Vito: “Tagge dicere d'accattà la pinz'accuorta n’goppa o'scalovienne”
Moustafà : “Io non cabire”
Vito: “Mado’, ma’llora tu sii propri ingnoranta!”