martedì 30 settembre 2008

Cellulare

SMS ricevuto - Ma porca puttana, ma perché non rispondi al cellulare ?

SMS ricevuto - Per favore chiamami, necessito parlare con te

SMS ricevuto - La prego contattarmi al 331-345....

5 chiamate perse


Mentre Andrea finiva di leggere gli sms il telefono squillò di nuovo

- Cazzo, Andrea, ma si può sapere perché non rispondi al telefono ? E' tutto il giorno che ti chiamo, lo sai che abbiamo quell'affare in ballo.

Hai ragione Antonio, ma vedi, lo sai che sono single al momento, e ho messo la vibrazione al cellulare, e tenendolo in tasca quel lieve titillare mi provoca piacevoli sensazioni, se rispondessi si romperebbe l'incanto. Dimmi....

lunedì 29 settembre 2008

Anime Bonsai


Pin-Nao era intento alla cura del suo Bonsai: Na-Nin.

Nella quiete del giardino potava i piccoli rami e poi con movimenti da libellula nebulizzava gocce d’acqua sorgiva sulle foglie. Tutto era pace e profonda armonia.
Una leggera brezza di montagna era araldo dell’inverno imminente che, come poesia, suggeriva all’orecchio paesaggi innevati ancora da venire.

L'allievo prediletto (nonché l'unico) Pi-Nin osservava il Maestro.
Poi, il giovane, forte dell’ignoranza che faceva domandare prima di provare a comprendere, parlò: “A che pro, Perfettissimo, ridurre ciò che è grande? Il Tao non si realizza forse nell’assecondare la Natura?”

Pin-Nao, taglio una foglia e rispose amabile: “Il senso della pratica è nel conformare la realtà alla mente. Natura e Mente non sono diverse nè separate”.
Pi-Nin perplesso incalzò: “Allora perché fare?”
Pin-Nao, in un inspiegabile moto di pazienza, rispose ancora: “Fare giova a chi fa e non è cagione il frutto del fare. Senza azione non si comprendono le 10.000 virtù della non-azione”.

Passarono i minuti in silenzio.

Pi-Nin chiese ancora: “Allora perché non praticare la non-azione direttamente?”
Il vaso di terracotta che conteneva Na-Nin si infranse sulla testa di Pi-Nin con inaudita forza...ed egli comprese.

Pil

Il noto economista Thico Stokas si accingeva a pronunciare la sua conferenza di economia domestica:”Le frittate di un uovo solo” quando dalla folla si sollevò uno striscione rozzamente apprestato con la scritta:” Affamatore del popolo”.
Lo stolto dissenziente fu portato via con la massima discrezione da tre pretoriani Medialanum.

domenica 28 settembre 2008

Thico Stokas

"Mia cara signora, quante probabilità ci sono che lei me la dia nella prossima ora?" chiese Thico amabilmente.
"Zero" rispose la splendida donna in bianco.
"Bene, possiamo quindi impostare la nostra conversazione su di un piano di formalismo intellettuale, nessuna tensione" disse Stokas e gongolò.

sabato 27 settembre 2008

Notte invernale

Brrrrrr, disse lei, infilandosi tutta nuda e profumata di Chanel, sotto il caldo piumino.

Amore, gli sussurrò all'orecchio, ho i piedi gelati, me li scalderesti ? E così facendo, sinuosamente, si avvicinò a lui.

Certo amore, rispose lui in un soffio, e raccogliendo tutte le sue forze partì con un cureggione degno di un mucca , che sollevò il piumino e lo fece ondeggiare.

Il caldo puzzo che si diffuse riscaldò all'istante il letto e tutta l'atmosfera.

venerdì 26 settembre 2008

Automatismi

"Hoibò ho dimenticato di togliermi il profilattico, perdindirindina!" pensò il gay.
Scoreggiò e si sentì in ordine.

Coiti impossibili


“Facchino! Facchino! “, chiamò a gran voce la signora, bionda e prosperosa, arrampicata sui tacchi che esaltavano le gambe tornite e perfette.
“Eccomi”, disse l’uomo che aveva occhi da viaggiatore, anche se non si era mai mosso da quella stazione.
“Porti le mie valige sull’Orient Express, vagone 11, posto 5”, disse la dama, scostando un poco la veletta che riparava gli zigomi alti dagli sbuffi del treno vapore.
“Subito, Madame”, rispose lui apprestando le valige sul carretto.
“Attento! Un pò di delicatezza con il mio bagaglio, sono abiti di scena!”, lo rimproverò l’attrice.

“Gli esseri umani recitano pochi attimi sul palcoscenico dell’esistenza poi... Entrano per sempre nel baule del nulla”, proferì l’uomo con voce avvolgente.
“Oh! Non ci avevo mai pensato”, dichiarò stupita la donna.

Lui la prese dolcemente per mano e l’accompagnò senza una parola verso il deposito bagagli che a quella ora era sempre deserto.
La possedette appassionato su una scrivania impolverata, mentre in lontananza il fischio del treno in partenza si confondeva con gli ansimi rumorosi della dama.

Quando lei se ne fu andata, lui mise la sua tuta grigia nell’armadietto di ferro e indossò il suo impeccabile vestito blu da ragioniere “Cosa mi tocca fare per una trombata”, disse fra se, e si avvio rassegnato verso il suo noioso ufficio nel centro città.
Lei invece seduta nel bar della sala d'aspetto pensò perplessa: “Mi sa che anche se lo racconto al controllore il biglietto non me lo rimborsano”.

Solo il ricordo sorrise delle loro vite ingnare della realtà.