mercoledì 3 settembre 2008

Fine di un amore

Basta, disse lei, con gli occhi rossi di pianto.
Me ne vado, sei solo un porco. Sì, solo un porco.

Mise le sue cose in una piccola valigia e, senza girarsi indietro neanche una volta se ne andò.

La porta che si chiudeva ed il rumore dei suoi tacchi per le scale furono come il colpo di grazia che finiva di uccidere quello che era stato un grande amore.

Vabbè, pensò fra sé e sé, come disse Rossella Brescia, o era O'Hara Borselli, domani è un altro giorno, e si avviò verso il bagno.

Si spogliò lentamente, si guardò allo specchio e compiaciuto ammirò il suo corpo roseo e compatto, coperto da una sottile peluria.
Fece un po' di smorfie arricciando il naso e si immerse nella vasca.

Piccoli schizzi di fango cadevano sul pavimento e sulla parete , ma lui era così felice che non ci fece caso, e cominciò a grugnire ed a grufolare di piacere, mentre il piccolo codino, nel fango, roteava vorticosamente.

il Giappone piange la partenza di Visir

ci sono piogge torrenziali e città inondate dai fiumi straripati.

Molto colpita è la città di Okazaki, che è pure l'esclamazione del cittadino medio che scende dal letto e si trova l'acqua a mezza gamba.

Porporina insonne, maremma maiala

martedì 2 settembre 2008

Il centauro pesto (l'adunanza?)

Pin-Nao, monaco Taoista e Maestro di massimi sistemi, dormiva e sognava.

Un sogno particolare, visionario e preveggente, come spesso gli accadeva quando mangiava troppi involtini primavera in salsa wasabi e beveva la grappa al temibile fungo Fugurai giapponese, dono di un Visir ottomano.

La profezia era avvolta dalle nebbie di un futuro lontano. In questo paesaggio onirico i suoi passi calpestavano una strada grigia fatta di una terra compatta senza polvere. Intorno: pagode di pietra alte ma diverse da quelle cui era abituato.
Il rumore del mare giungeva da lontano, misto al profumo di basilico e pinoli.
Inaspettatamente gli apparve da dietro un angolo un mostro orrorifico a due teste che parlava una lingua bizzarra e cantilenante.
L'essere deforme lo guardava curioso con una leggera nota canzonatoria nello sguardo, specie nell'occhio sinistro. Molto sinistro avrebbe detto il monaco.

"Sei tu forse un demone?", domandò Pin-Nao, sbarrandogli la strada e adottando l'invincibile posizione della gru infinocchiata.
Il demone di rimando proferì parole dal sapor oscuro: "Te sbati il belin su scheeja, brut cines".
Il Maestro colse la velata minaccia e per precauzione gli affibbiò un potentissimo calcio volante sincopato nelle gonadi.

Il diavolo bifronte cadde a terra con un barrito e ratto si trasformò in uomo: magro e dai capelli di un biancore abbacinante. Il mostro ora di forma protoumana montò, agile come un Panda gravido, su uno strano cavallo a due ruote parcheggiato nelle vicinanze. Sparì poi rombando all'orizzonte, gridando al vento con voce ora più acuta: "Porporina adesso come fo!".

A terra, dimenticato dalla creatura degli Inferi, una piccola pergamena vergata con il nome e l'indirizzo di un noto taumaturgo locale.

Il mistero si infittiva, le ombre si aggiungevano al buio. Mai Pin-Nao aveva veduto un simile prodigioso connubio di fatti e parole.

Egli si svegliò di soprassalto e chiamò a gran voce il fedele allievo.
"Pi-Nin! Non servirmi più involtini primavera per cena e sotterra lontano la botte di Fugurai...poi dimenticane il luogo".

Il giovine allievo, nella stanza accanto, interuppe per un attimo l'abituale allenamento onanistico nottourno e pronto rispose fra i grugniti: "Va bene maestro...Ora vengo".

Inspiegabilmente però, vicino al suo letto, Pin-Nao trovò il piccolo biglietto del sogno con l'indirizzo del grande Ippocratico. Avrebbe forse sfidato nuovamente l'ignoto seguendo questo segno del Tao sempiterno? Il futuro era però ancora incerto.

Riprese infine il suo sonno profondo, simile a quello della tigre sulla montagna, ma il presentimento di una grandiosa adunanza si fece strada in lui sempre più.

Tratto da: "Le centurie di Pin-Nao" IV sec. A.C.

lunedì 1 settembre 2008

Notizia vera

Su Repubblica on line ci sono le foto del Baba Bubble Rafting, che si svolge ogni anno vicino a S Pietroburgo.
Si tratta di una gara di hydrospeed, variante del rafting, da fare aggrappati ad un oggetto galleggiante lungo un fiume tempestoso e che ha, come "tavole" delle bambole gonfiabili.
Le regole sono quelle consuete, ovvero giubbotto di salvataggio e casco, ma viste le tavole usate c'è l'aggiunta di non ubriacarsi e di non intrattenersi con la gonfiabile, come è accaduto nel 2006 e con conseguente squalifica del concorrente !
Peccato non saper mettere il link, è bellissimo !

Ce ne sono di tutti i tipi, nere, rosse, con stampa di calze a rete, grasse e magrissime, con la parrucca e solo stampate, ma tutte con lo sguardo stupito e la bocca aperta, chissà perché hanno l'aria così sorpresa.

il caro estinto

Vorremmo fissare le esequie di zio Torquato - disse una voce triste al telefono - ma lui, per motivi di spazio, voleva essere cremato. Voi fate questo servizio ?

Certamente Signora, rispose una voce cortese all'altro capo del telefono, ma essendo la nostra un'azienda giovane, al momento non siamo attrezzati al meglio, però possiamo offrirvi un barbecue.

Le esequie si svolsero dopo quasi una settimana, perché le due fazioni di parenti non riuscivano a mettersi d'accordo se lo zio doveva essere ben cotto o al sangue.

O' famo strano ?

Disse Luca Marin a Federica Pellegrini.

Sì, disse lei con gli occhi sognanti; rana, dorso, delfino o stile libero ?

venerdì 29 agosto 2008

Ricognizione

Dopo il periodo stabilito dalla legge, il vedovo, tutt'altro che inconsolabile, andò al cimitero per la cosiddetta "ricognizione della tomba", al fine di raccogliere le osse della defunta moglie Samantha e sistemarle in un ossario più piccolo.
Il cuore gli batteva, nonostante gli anni trascorsi, e quando la bara fu aperta si trovò davanti quella che era stata la sua amica, la sua amante, la sua maiala di notti indimenticabili, lo scheletro avvolto nel suo più bel vestito nero.
L'addetto cimiteriale compattò le ossa e all'altezza della cassa toracica c'erano due sacchettini, ancora gonfi, pieni di silicone.

Brutta maiala,disse gridando, l'ho sempre detto che si era rifatta le tette, sbattè una tibia per terrà e se ne andò