domenica 28 settembre 2008

Thico Stokas

"Mia cara signora, quante probabilità ci sono che lei me la dia nella prossima ora?" chiese Thico amabilmente.
"Zero" rispose la splendida donna in bianco.
"Bene, possiamo quindi impostare la nostra conversazione su di un piano di formalismo intellettuale, nessuna tensione" disse Stokas e gongolò.

sabato 27 settembre 2008

Notte invernale

Brrrrrr, disse lei, infilandosi tutta nuda e profumata di Chanel, sotto il caldo piumino.

Amore, gli sussurrò all'orecchio, ho i piedi gelati, me li scalderesti ? E così facendo, sinuosamente, si avvicinò a lui.

Certo amore, rispose lui in un soffio, e raccogliendo tutte le sue forze partì con un cureggione degno di un mucca , che sollevò il piumino e lo fece ondeggiare.

Il caldo puzzo che si diffuse riscaldò all'istante il letto e tutta l'atmosfera.

venerdì 26 settembre 2008

Automatismi

"Hoibò ho dimenticato di togliermi il profilattico, perdindirindina!" pensò il gay.
Scoreggiò e si sentì in ordine.

Coiti impossibili


“Facchino! Facchino! “, chiamò a gran voce la signora, bionda e prosperosa, arrampicata sui tacchi che esaltavano le gambe tornite e perfette.
“Eccomi”, disse l’uomo che aveva occhi da viaggiatore, anche se non si era mai mosso da quella stazione.
“Porti le mie valige sull’Orient Express, vagone 11, posto 5”, disse la dama, scostando un poco la veletta che riparava gli zigomi alti dagli sbuffi del treno vapore.
“Subito, Madame”, rispose lui apprestando le valige sul carretto.
“Attento! Un pò di delicatezza con il mio bagaglio, sono abiti di scena!”, lo rimproverò l’attrice.

“Gli esseri umani recitano pochi attimi sul palcoscenico dell’esistenza poi... Entrano per sempre nel baule del nulla”, proferì l’uomo con voce avvolgente.
“Oh! Non ci avevo mai pensato”, dichiarò stupita la donna.

Lui la prese dolcemente per mano e l’accompagnò senza una parola verso il deposito bagagli che a quella ora era sempre deserto.
La possedette appassionato su una scrivania impolverata, mentre in lontananza il fischio del treno in partenza si confondeva con gli ansimi rumorosi della dama.

Quando lei se ne fu andata, lui mise la sua tuta grigia nell’armadietto di ferro e indossò il suo impeccabile vestito blu da ragioniere “Cosa mi tocca fare per una trombata”, disse fra se, e si avvio rassegnato verso il suo noioso ufficio nel centro città.
Lei invece seduta nel bar della sala d'aspetto pensò perplessa: “Mi sa che anche se lo racconto al controllore il biglietto non me lo rimborsano”.

Solo il ricordo sorrise delle loro vite ingnare della realtà.

giovedì 25 settembre 2008

Heremus

Gli occhi bianchi dell'eremita della grotta sondavano il buio dello spazio tempo, la sua fronte sempre serena si aggrottò per un secondo poi sentenziò:"Sta lontano dalla professione medica figliolo ma...soprattutto non fare mai l'urologo, moriresti di stenti"
"Perchè o saggio?" chiese il penitente.
"Perchè non capisci un cazzo!"

L'incenso e la spada


Il Maestro Pin-Nao era assorto nel “wu-wei”: l'agire senza azione.
In altre parole non stava facendo un cazzo come suo solito.

Proprio sul più bello, mentre stava entrando nello stato di coscienza Ming (o Menga), irruppe nella stanza il suo allievo prediletto, il nipote Pi-Nin.
Trafelato il giovane disse: “Divino, è giunto qui, proprio ora, lo spietato Governatore Ko-Hur-Nut con il suo seguito, è di passaggio nella nostra provincia e vuole vedervi”.

“Calma il tuo spirito Pi-Nin! Non sai forse che le preoccupazioni non fermano la mano del destino?”, ammaestrò il Grande Taoista.
“Si dice che egli primeggi nell’arte marziale e sia un combattente terribile”, aggiunse Pi-Nin visibilmente preoccupato per l’incolumità del maestro che era anche la sua unica fonte di sostentamento.
“Solo gli sciocchi si nutrono con le orecchie”, sbottò Pin-Nao.
Poi imperscrutabile aggiunse: “Fallo passare e servimi il pasto…E’ mezzodì ed ho un certo languorino”.

Nella sala ampia e sobria entrò con arroganza il Governatore dello stato di Chou. Lo seguivano il Capitano delle guardie e, tre passi indietro, la giovane moglie di adamantina bellezza.
Lo sguardo del Maestro si posò su ognuno e poi continuò a mangiare dalla sua ciotola senza una parola.

Visibilmente imbarazzato per l’accoglienza così poco formale, il Governatore parlò titubante: “Venerabile Maestro, si dice che oltre che saggio voi siate insuperato nell’arte del combattimento. Insegnatemi i vostri segreti”.

Il Sommo continuò il suo pasto in silenzio. Improvvisamente una mosca roteò veloce intorno alla sua scodella fumante. Rapido come minzione di Tigre, Pin-Nao l’afferrò con le bacchette. Poi la guardò con semplicità e...La lasciò andare, riprendendo quindi il pasto masticando rumorosamente.

I minuti passarono.

Improvvisamente con un profondo inchino il Capitano delle guardie spazientito disse: “Maestro! Sua Eccellenza il Governatore vi ha fatto una domanda…Che dite dunque!”.
Pin-Nao sollevò lo sguardo dalla sua ciotola e parlò: “Ho risposto! Solo che voi udite solo le parole”.

Con un sospiro il Governatore riformulò la sua richiesta: “Perdonate il mio Capitano, ma per cortesia rispondete”. Continuò poi, abbassando il capo: ” Ho tre quesiti. Come posso non essere mai sconfitto, cosa devo fare per vincere e in ultimo come devo comportarmi con il mio nemico. Parlate ve ne prego”.

Pin-Nao con voce profonda e ispirata disse: “Chi non contende non è mai sconfitto”, e aggiunse “Evitare è meglio che combattere, bloccare è meglio che colpire, colpire e meglio che storpiare, storpiare è meglio che uccidere. Solo alla morte non è possibile porre rimedio.
Ricorda…Sopra ogni cosa è vincere senza lottare, così si realizza la Via del Tao.”.

Dopo una pausa, il Supremo, riprese: “ Prima di tutto avvolgi il tuo avversario con il tuo spirito, egli attaccherà, quando tu lo vorrai. Sarai padrone del suo vuoto e del suo pieno, il combattimento inizia molto prima di incrociare le armi”.
Il grande Maestro, ingoiò un boccone e parlò ancora: “La tigre nascosta nell’erba alta triplica la sua forza. Nulla deve rivelare il tuo attacco, nascondi i tuoi intenti anche a te stesso, agisci come se tutto fosse già stato fatto. La mente domina il corpo, ma il respiro domina la mente...Quindi realizza. Da ultimo con il nemico sii risoluto, ma non essere crudele. Sii neutro -Corri sulla neve senza lasciare impronte-".

Sulla compagine cadde un silenzio ancora più pesante.

Pi-Nin si mordeva nervosamente la manica della veste, presagendo la fine, ma così non fu.

Il Governatore si alzò e disse compiaciuto: “Grande Pin-Nao io vi ringrazio dei preziosi segreti ai quali mi avete addotto”.
Il Maestro con un sorriso sornione lo interruppe: “Prima però Governatore metteteli in pratica un poco, magari con il vostro seguito di soldati, nella vicina foresta dell’Eterno Sudore. Poi tornate da me e vi darò il mio parere”.
Congedò così i visitatori Pin-Nao, facendo seguire il suo commiato con un rutto maestoso (probabilmente dovuto al gran numero di ravioli al vapore che aveva mangiato) che scarmigliò un poco l’acconciatura dell'alto dignitario.

Gli ospiti erano ormai sulla soglia quando la voce tonante del grande taumaturgo li raggiunse: “Vostra moglie lasciatela qui. Ho colto uno scompenso in un suo meridiano che devo guarire”.
Il governatore si inchinò riconoscente e si allontanò nella foresta dell’Eterno Sudore per l'allenamento.

Pin-Nao posò il suo sguardo profondo ed ammaliatore negli occhi della giovane nobildonna e con voce dolce e musicale, come melodia d'arpa Birmana nella notte, disse: “Vieni piccola, ti mostrerò la mia collezione di incensi profumati”. La donna semplicemente sorrise e squittì: “Volentieri, Glande Maestro” e si appartarono insieme per alcune ore.

Quando ritornò il Governatore con le sue guardie si esibì in una dimostrazione che il Maestro, magnanimo, giudicò pregevole.
La carovana riprese infine il suo viaggio diretto alla città di Chou sede del governo imperiale.

“Che simpatico vecchietto, proprio un grande saggio”, pensò il Governatore dondolando nella portantina. Il suo sguardo si posò distrattamente sulla bella consorte che guardava lontano con uno strano sorriso estatico che non ricordava di aver mai veduto.
Scrollò le spalle Ko-Hur-Nut, pensando fra se e se: “Le donne! Non capiranno mai un cazzo di Yin e neanche di Yang”, poi non ci fece più caso.

Giochi erotici

Amore, disse lui, sai che l'odore delle tue puzze mi inebria, mangia un chilo di fagioli e poi illumina la mia notte.
Lei, docile eseguì, ma quel che non sapeva, mentre si produceva in terrificanti flatulenze, era che lui, con un accendino, gli dava fuoco, e le scintilline lo esaltavano

Fino a che, il gran botto finale non risalì lungo la schiena e le bruciò le lunghe chiome, che finirono prima arricciolate e poi carbonizzate.

Il tragitto verso il pronto soccorso fu drammatico, non per il dolore delle ustioni, ma per elaborare rapidamente una scusa plausibile sul cosa poteva essere successo senza dire la verità.