sabato 21 giugno 2008

Raccolta differenziata

Dopo le ultime ed inflessibil disposizioni anti-inquinamento il raffreddore era diventato una malattia temutissima, soprattutto da coloro che in tempi passati usavano fazzoletti di carta.
Anatolia, che quell'inverno fu colpita dalla terribile jattura ben più di una volta, rilesse nuovamente le istruzioni sul pacchetto di "Tempo": Dopo avere utilizzato il fazzoletto l'utente è obbligato a rimuovere quanto raccolto e porlo negli appositi contenitori per il riciclo, mentre la parte di cellulosa verrà normalmente gettata nei cestini per la carta. Le caccole devono essere appicciccate sotto seggiole, banchi, scrivanie dell'odiato collega.

Ricordiamo inoltre che quest'anno il progetto "il mio muco al futuro conduco" comprenderà l'utilizzo dei materiali raccolti per incollare i manifesti elettorali e, sotto l'alta egida del WWF, come lubrificante per lumache che, a causa di traumi infantili, quando strisciano non lasciano scie.

Anatolia pianse al pensiero di quante piccole lumache avrebbe potuto aiutare col suo raffreddore, ma incoscientemente si pulì il naso sulla pelliccia della collega che da un'ora era chiusa in archivio col direttore.

Turiste


La signora accaldata, con i suoi sacchetti di Ferragamo, Gucci, Valentino, arrivò, in bilico sui sandali tacco 12, nel piccolo negozio di Souvenir in Piazza della Signoria.

Cestini pieni di campanili di Giotto, porta carta igienica a forma di Palazzo Pitti, piccoli cessi con scritto "a Firenze andai, a te pensai, questo ricordo ti portai".

Poi il suo sguardo fu attratto da un originale ferma libri in bianco gesso.

Certo, osservò la signora, indicando con le dita magre e curatissime, con unghie di un rosso inquietante, a Firenze tutto è arte: unico veramente quel volto senza occhi, quel naso importante, quei capelli ricciuti, quelle guance cadenti, ma un volto senza occhi, forse per lasciare a noi l'espressione di tanta intensità.

- O Signora, ma icché la dice ? disse l'anziano proprietario alzando gli occhi dalla Gazzetta dello sport

- Buon uomo, sto parlando di quel volto senza occhi, là, quel ferma libri.

- Senta signora, io un lo so quanto è che la un tromba, ma di sicuro so che quello gli è l'uccello di Davide di Michelangelo, unné il naso, e quelle un son le gote ma le palle. E gli occhi lì un ce l'ha mai avuti nessuno. Però magari se attraversa la piazza la lo vede da sé, a grandezza naturale.


La signora uscì dal negozio, senza acquistare nemmeno una torre di Pisa che cambia colore col tempo.

Origami

La ragazza si fermò al semaforo, la mattina era fredda e nebbiosa.
Un'altra auto si fermò accanto a lei; l'uomo la guardò e lentamente si infilò il dito indice nel naso, estraendone una pallina grigia e molle.
In silenzio, senza mai staccare lo sguardo da lei, la rigirava fra le dita, lentamente, come cercasse di percepirne ogni millimetro della superficie.
Lei, disgustata, guardava davanti a sé, aspettando che scattasse il verde.
Lui, finito di impastare, si sporse sul sedile accanto, abbassò lentamente il vetro e appiccicò, sul vetro dell' auto della ragazza, una caccola che riportava perfettamente la sua immagine, il profilo delicato, il nasino alla francese, il labbro imbronciato, la curva sensuale della nuca.
Scattò il verde, lui partì. Lei fece per chiamarlo, ma era già sparito nella nebbia, e fu subito un ricordo.