domenica 27 luglio 2008

il tassista

La suora salì sul taxi, e disse la sua destinazione.
L'uomo mise in moto e partì, guidando lentamente nel traffico e nella pioggia in quella fredda sera di febbraio. Ogni tanto la guardava dallo specchietto, fino a che ebbe il coraggio e parlò:

Sorella, perché siamo così poveri e caduchi da avere sempre in mente pensieri peccaminosi, tanto da non poterli nemmeno riferire ?

Fratello,rispose amabilmente la suora, è l'umana natura, e cadiamo e ci rialziamo, infinite volte.
Dimmi fratello, cosa ti angustia ?

Vede sorella, il mio sogno perverso è di possedere una suora, e arrossì.

La suora deglutì, si schiarì la voce, e parlò:
- semel in anno licet insanire fratello. Te lo posso concedere, a queste condizioni, ovvero che tu sia di religione cattolica e che non sia sposato, per non commettere adulterio.

Sorella, almeno questo sì, è come lei dice.

E la suora, si concesse, con libertà e leggerezza.

Poi il taxi ripartì nel traffico cittadino.

Ad un certo punto però il tassista si fermò, e piegando la testa sul volante cominciò a piangere.

Che c'è fratello ? Già il senso di colpa ti dilania ?

No sorella, disse il tassista, è che io sono ebreo e sposato.

Ah, disse la suora. Nessun problema.
Io invece mi chiamo Mario e sto andando ad una festa di Carnevale.

secchezza ispirativa ?

No giovani, sono a Cecina, anche se ora sono a Firenze, di passaggio, per solite cose teatrali.
Approfitto di qui per baciarvi, lisciarvi, consigliarvi un'accurata depilazione prima di esporvi al sole, costumi senza tanti laccini che poi vi resta il segno, sane nuotate evitando le meduse, fritti di pesce che pare il giorno del castigo, pensieri lubrichi sulle vostre vicine, insalate di riso diacce e capperi che vi gelano l'epiglottide, cocomeri con o senza citrullina, e soprattutto pensieri di serenità.
Vi leggerò al pippolo internet vicino casa, se non avrò un accidente da fare scriverò anche qualcosa.
Di certo, mi mancherete.

E ricordatevi di farmi gli auguri di compleanno, ci tengo molto, bucaioli.
Silvia

Afrorismi II


"Maestro, com'è la Donna?"
Chiese contrito Pi-Nin.
"Non badare alla sua parola!", disse Pin-Nao risoluto, scrutando il cielo sempiterno.
"Ed allora?", di rimando chiese ancora Pi-Nin.
"Oscultane il petto parlando al suo cuore eassaporane la rugiada dal cancello dei sette piacericogliendone i segreti del corpo.In ultimo questa è la Via...Vacca troia ti devo dire sempre tutto!"
Da: I dialoghi di Pin-Nao con suo nipote, IV sec. A.C.

Afrorismi



Quando il Drago dall'occhio solo
trova l'ingresso alla Porta di Giada,
allora Cielo e Terra di incontrano...Porca puttana!

Pin-Nao monaco Taoista, IV sec. A.C.