
Scese con passo agile dall'aereo appena atterrato sulla pista lucida di pioggia leggera.
Una volta giunto a casa venne però soverchiato dal rumore del silenzio.
La sua mangifica dimora, tutta tempestata di stanze etniche in stile mediorientale, lo guardava in attesa di un cenno, ma lui non riusciva a muoversi.
Pareva una statua Maori.
Pensoso e assente nel medesimo tempo venne colto da una breve poesia melanconica che lo raggiunse superando la scogliera della sua abbronzatura.
Avvenne proprio mentre guardava dall'ampia finestra del suo salone, ora spoglio di risate, con le lenzuola bianche come sudari adagiate sui mobili antichi.
La città brulincante e grigia faceva da sfondo alla sua vista, ma negli occhi ancora la sabbia e il mare.
Il ricordo sorse languido.
Eccolo con la memoria in quel "cerenghito" sulla spiaggia, dove adagiato su cuscini di cotone, aveva sorseggiato una "sangria blanca" dal gusto squisito.
La lenta risacca insieme al caldo gli sussurava: "Resta per sempre".
Una stetta gli serrò il cuore.
Come Ulisse anch'egli aveva scelto di legarsi, non certo all'albero maestro della sua nave, ma alla propria quotidianità per resistere al richiamo delle sirene dell'isola.
Solo il pensiero del lunedì rendeva migliore questa domenica triste.
La lenta risacca insieme al caldo gli sussurava: "Resta per sempre".
Una stetta gli serrò il cuore.
Come Ulisse anch'egli aveva scelto di legarsi, non certo all'albero maestro della sua nave, ma alla propria quotidianità per resistere al richiamo delle sirene dell'isola.
Solo il pensiero del lunedì rendeva migliore questa domenica triste.