domenica 14 settembre 2008

Pitiuse mon amour


Scese con passo agile dall'aereo appena atterrato sulla pista lucida di pioggia leggera.

Una volta giunto a casa venne però soverchiato dal rumore del silenzio.
La sua mangifica dimora, tutta tempestata di stanze etniche in stile mediorientale, lo guardava in attesa di un cenno, ma lui non riusciva a muoversi.

Pareva una statua Maori.

Pensoso e assente nel medesimo tempo venne colto da una breve poesia melanconica che lo raggiunse superando la scogliera della sua abbronzatura.

Avvenne proprio mentre guardava dall'ampia finestra del suo salone, ora spoglio di risate, con le lenzuola bianche come sudari adagiate sui mobili antichi.

La città brulincante e grigia faceva da sfondo alla sua vista, ma negli occhi ancora la sabbia e il mare.
Il ricordo sorse languido.
Eccolo con la memoria in quel "cerenghito" sulla spiaggia, dove adagiato su cuscini di cotone, aveva sorseggiato una "sangria blanca" dal gusto squisito.
La lenta risacca insieme al caldo gli sussurava: "Resta per sempre".
Una stetta gli serrò il cuore.
Come Ulisse anch'egli aveva scelto di legarsi, non certo all'albero maestro della sua nave, ma alla propria quotidianità per resistere al richiamo delle sirene dell'isola.

Solo il pensiero del lunedì rendeva migliore questa domenica triste.

un caso di Haemo

Si sieda, disse l'esimio alla bellissima donna davanti a lui (la ASL non accettava per Heamo iscrizioni di donne meno che strepitose).

Lei, avanzando verso di lui, con un paio di decollté rosse tacco 12 si sedette e sospirò.
Vede dottore, quando ho le scarpe ho sempre visioni orribili, pesci che escono dal lavandino e mi azzannano, draghi che cadono dal cielo sputando fuoco, serpenti che strisciano fuori da ogni dove e mi soffocano.

- Signora, da oggi indossi solo le Crocs, nessuna specificica indicazione sul colore, che è a sua scelta, e poi torni fra una settimana.

La settimana successiva la signora tornò da lui sorridendo e finalmente serena, non più preda delle orribili visioni.

Grazie dottore, sapevo che lei è unico, sono guarita senza medicine. Ma ora mi dica, che nome aveva la mia malattia ?

Signora, era un chiaro, evidente, palese, caso di alluci-nazioni; le scarpe arrapanti che lei indossava (e il pensiero gli corse alla prima volta che l'aveva vista) le premevano gli alluci e le provocavano le visioni che mi ha narrato.

La signora, ovviamente, libera dai suoi incubi gli si concesse sul lettino, libera di pensare solo a lui e non a qualche maleficico mostro a innumerevoli zampe che sempre era in agguato.