
Egli, era disperatamente innamorato, quasi alla follia.
Vederla anche per un attimo in ufficio gli faceva tornare il cuore in gola come da ragazzini.
Lei aveva acconsentito inaspettatamente una sera ad accompagnarlo, e poi saliti in casa avevano fatto l’amore, da allora lui viveva per un suo cenno.
Fredda e scostante durante il lavoro, a volte bambina, spesso si sfogava con lui per la relazione con il “capo” dal quale era stata sedotta ed abbandonata. Egli soffriva e agognava nello stesso istante, lo avrebbe avvelenato se solo lei lo avesse chiesto.
Lo teneva su una corda tesa e ogni tanto (ma molto raramente) gli donava il paradiso.
Mi raccontò questo, il mio amico, guardandosi le mani bianche, e stringendole così forte da far impallidire ancora di più le nocche. Fissava un punto indefinito della stanza, mentre parlava con un tono imbarazzato e sognante di amor disperato.
“Ti aiuterò”, gli dissi e lo congedai pensoso.
La trovai dopo un paio di giorni in quel locale dove sapevo che usualmente andava con le sue amiche. Chiacchiere amene, molti drink, poi una proposta indecente.
Lei rise e accettò.
Giunti a casa, fumo, alcol e anche altro, poi arrivò Tano, il mio conoscente superdotato.
La possedemmo entrambi anche insieme con inaudita violenza e libidine, togliendoci ogni voglia.
Esausti ci salutammo con la certezza che non ci saremmo più rivisti. Quello che volevamo gli uni dall’altra lo avevamo avuto ampiamente.
Dopo, nel silenzio della stanza ancora satura dell’odore dell’orgia sorrisi e visionai il filmato amatoriale che avevo fatto a sua insaputa.
Ne mandai una copia al mio amico e una invece per mio piacere la pubblicai su you-tube.
Prima di addormentarmi profondamente pensai: “A volte il male si vince con il male, però quella...Che gran bella troia!”.
Vederla anche per un attimo in ufficio gli faceva tornare il cuore in gola come da ragazzini.
Lei aveva acconsentito inaspettatamente una sera ad accompagnarlo, e poi saliti in casa avevano fatto l’amore, da allora lui viveva per un suo cenno.
Fredda e scostante durante il lavoro, a volte bambina, spesso si sfogava con lui per la relazione con il “capo” dal quale era stata sedotta ed abbandonata. Egli soffriva e agognava nello stesso istante, lo avrebbe avvelenato se solo lei lo avesse chiesto.
Lo teneva su una corda tesa e ogni tanto (ma molto raramente) gli donava il paradiso.
Mi raccontò questo, il mio amico, guardandosi le mani bianche, e stringendole così forte da far impallidire ancora di più le nocche. Fissava un punto indefinito della stanza, mentre parlava con un tono imbarazzato e sognante di amor disperato.
“Ti aiuterò”, gli dissi e lo congedai pensoso.
La trovai dopo un paio di giorni in quel locale dove sapevo che usualmente andava con le sue amiche. Chiacchiere amene, molti drink, poi una proposta indecente.
Lei rise e accettò.
Giunti a casa, fumo, alcol e anche altro, poi arrivò Tano, il mio conoscente superdotato.
La possedemmo entrambi anche insieme con inaudita violenza e libidine, togliendoci ogni voglia.
Esausti ci salutammo con la certezza che non ci saremmo più rivisti. Quello che volevamo gli uni dall’altra lo avevamo avuto ampiamente.
Dopo, nel silenzio della stanza ancora satura dell’odore dell’orgia sorrisi e visionai il filmato amatoriale che avevo fatto a sua insaputa.
Ne mandai una copia al mio amico e una invece per mio piacere la pubblicai su you-tube.
Prima di addormentarmi profondamente pensai: “A volte il male si vince con il male, però quella...Che gran bella troia!”.