lunedì 28 luglio 2008

Mamma

Era così sfigato che nacque da una zia, questo fardello condizionò tutta la sua vita fino all'intervento di fimosi.

Jam

Per non buttarla via fece la marmellata con la frutta soprammobile di cera, non venne malaccio ma gli attappava l'ano.

Sottobosco

L'eiaculatore precoce si guardò intorno guardingo:" Non mi avrai ottuso aguzzino" pensò, per sfuggire prese il Metrò ma mal gliene incolse , l'emettitrice di biglietti per empatia sputò fuori un biglietto appena scaduto.
Fu posseduto da un gruppo di pervertiti controllori della Municipalizzata Trasporti.
"Era meglio l'aguzzino" mormorò con tristezza.

Afrorismi V parte I


Il Maestro Pin-Nao un giorno venne invitato dal Visir del Sultano Onan alla corte Ottomana.
Dopo un lungo viaggio a dorso di cammello oltre il deserto del Gobi sino alle estreme propaggini del medioriente giunse, insieme al fedele Pi-Nin, al palazzo delle Mille e Una Notte.
La reggia, di inusitata bellezza, si stagliava sul rosso delle sabbie infuocate con le sue guglie e le mura bianche come neve, togliendo il fiato anche al viaggiatore più disincantato.

Quivi, il Grande Maestro e il servile nipote, avutone accesso, fra gli arazzi ed i tappeti del palazzo, furono addotti con tutti gli onori al grande harem e conobbero così le favorite del Sultano.
Fra tutte le bellissime spiccava in fascino e femminilità la grande danzatrice dei sette veli: Sherazade, la meravigliosa Oladà-o-lisca.
Detta anche: colei che erige i minareti al solo passaggio.

Inutile dire che Pi-Nin non toglieva mai le mani dalle tasche in questa apoteosi di estrogena compagnia. Forse in ossequio al Sultano Onan o forse solamente perchè era lento di cervello, ma svelto di mano.

Pin-Nao invece, con il drago marmorizzato viveva il presente in perfetta armonia col suo grande Tao, conscio altresì delle orribili torture alle quali sarebbe incorso, se mai avesse violato, anche una soltanto delle meravigliose femmine del Sultano.

Le notti arabe trascorsero, calde e serene, sotto un manto di stelle mai vedute prima.

Poi in una di queste occorse l'inaspettato.
Continua...
Tratto da: I viaggi di Pin-Nao con suo nipote (IV sec. A.C.)

Afrorismi IV


Un giorno il Maestro Pin-Nao camminava sul sentiero delle foglie cadute, pensando ai massimi sistemi.
Sull'altro versante vide arrivare il sommo sacerdote De Pretis della setta del Loto Bianco.
Il sacerdote era accompagnato dalla giovane figliola, bellissima e di verginale modestia, Poun-Pin.
Dopo un breve inchino Pin-Nao raccontò a De Pretis la seguente leggenda:"Ove cade l'arcobaleno ivi si trova una pentola piena di pezzi d'oro".
Il gran sacerdote della setta del Loto Bianco (che più bianco non si può), disse: "Or-ora vidi un arcobaleno nel cielo punteggiato dalle nuvole, mi assento per un poco onde verificar la veridicità della leggenda.

La prego nobile Maestro di far da scorta alla mia intatta figliola".
Pin-Nao acconsentì con un rispettoso inchino.
Mentre si allontanava dal sentiero delle foglie cadute, De Pretis udì strani e acuti mugolii provenire da tergo alternati a grugniti baritonali, ma non ci fece caso...Aveva un tesoro da cercare.
Tratto da: Vita di Pin-Nao (IV sec. A.C.)

Afrorismi III


Pi-Nin supplice chiese consiglio.

"Maestro una dama della casa di piacere
"Le Paga-gode" vuole 1.000 pezzi d'argento per dischiudere il suo cancello, che faccio?"


Pin-Nao ristette pensoso accarezzando la sua lunga barba bianca, poi sentenziò: "Il prezzo è l'incontro fra domanda ed offerta".

Pi-Nin, come suo solito non capendo un cazzo, chiese ancora spiegazioni guardandosi imbarazzato i piedi: "Allora, o sommo, son pochi o son tanti?"

Pin-Nao lo guardò con occhi di brace e sibilò:
"Non è importante la risposta ma la domanda!"

Quindi il Maestro si esibì in un calcio volante carpiato e sparì svolazzando fra i rami alti degli alberi.

Mentre si allontanava chiosò con un: "Ma vaffanculo Pi-Nin!".
Ed intorno si fece quiete per molto tempo.
Tratto da: I Dialoghi di Pin-Nao con suo nipote (IV sec. A.C.).