lunedì 11 maggio 2009

Il tatuaggio

PREMESSA IMPORTANTE: QUESTO E' UN RACCONTO SCRITTO DA PORPORINA, CHE NON RIESCE AD ACCEDERE. HAEMO LE HA DATO UNA PROVA D'AMORE PRESTANDOLE IL SUO ACCOUNT. PAGHERO' IN NATURA IN SEPARATA SEDE.


Arvaro (con la R) si era fatto fare, finalmente, il tatuaggio che desiderava da anni. Un po' sotto l'ombelico, a filo pube. Una scritta orientale che, a detta del tatuatore, significava " da qui si accede al luogo delle meraviglie, e chi vi accede avrà vita lunga e felice".
Le solite pallosissime metafore orientali, ma alla fine il risultato era superbo.
Arvaro aspettava l'estate per mettersi i pantaloni a vita bassa, con l'elastico della mutanda similarmani che fuoriusciva, e il nero disegno che occhieggiava.

Le ragazze lo guardavano per la strada, e vedeva che in particolare le Giapponesi (o erano Cinesi ?) ridacchiavano, si davano di gomito e qualcuna più audace addirittura allungò le mani verso la cerniera dei pantaloni e gli disse qualcosa di incomprensibile.

Un giorno nella sua officina di truccatura motorini, falsificazione contachilometri e bucatura marmitte si presentarono Pi-Nin e Pin-nao, in cerca di un'auto usata per andare in vacanza.
Arvaro si alzò dal lavoro che stava completando, e così facendo scoprì l'addome.
I due, seppure nel modo sobrio che li contraddistingueva, si guardarono e un lieve sorriso increspò le loro labbra.

Bello eh sto tatuaggio, e' donne mpazziscono pemmé.

Ah sì, disse Pi- Nin, anche quelle che non amano la nostra cucina ?

machestaiaddì, rispose Arvaro.

beh, disse compitamente Pi-Nin, l'esatta traduzione in Italiano del suo tatuaggio è: da Cheng, involtino primavera caldo ad ogni ora. Prezzi modici.

Arvaro quella notte non dormì, e si passò la carta vetrata sulla pancia fino a sanguinare

Porporina.

Revolution


Oggi sciopero contro l'assenteismo.