sabato 28 giugno 2008

Il Cocomero

intanto non mi rompete i corbelli col chiamarlo anguria, che cocomero è il suo nome.

Detto questo, ho letto su Repubblica che il cocomero ha un enzima che si chiama citrullina che ha gli stessi effetti del viagra del cialis e di tutti gli arrizzacazzi che non conosco, particolarmente nella parte bianca, ma anche nella polpa.

Già immagino giochi erotici a base di
chi sputa i semi più lontano
semi sputati in zone erogene
massaggi a base di bucce di cocomero

detta da Sharon Stone

Le donne possono simulare un orgasmo.

Ma gli uomini possono simulare intere relazioni.

Saggezza e mitologia

Un vero saggio non gioca mai alla cavallina con un unicorno

Serata a sorpresa

Le dissi: fammi godere con la lingua

Mi lesse una poesia

Glottologia

Perché se è fuori dall'emisfero si chiama asteroide ed emorroide se è dentro il culo ?

l'otorino

La signora del bel mondo uscì soddisfatta dalla visita del famoso otorino, consigliato dalle sue amiche, che quando gliene parlavano avevano uno strano luccichìo negli occhi.

Veramente accurata quella visita, davvero, mai avrei immaginato che per meglio vedere le tonsille, per quel fastidioso mal di gola, oltre che dalla bocca, per avere una visione globale della patologia, l'esimio abbia sviluppato un metodo per cui le osserva anche dall'interno e dal basso....oddio, all'inizio si rimane un po' perplesse quando l'otorino ti chiede ti toglierti le mutande, ma per la salute, si sa, questo ed altro, e solo le malelingue possono pensare che i suoi metodi alternativi non abbiano niente a che vedere con le tonsille.

Certo, ha dell'incredibile che con la lingua dica di arrivare al velopendulo, ma se lo dice lui...del resto, ad un certo punto sono stata travolta da una specie di onda di piacere, forse all'idea di smettere di prendere quella cosa puzzolente che è la propoli ?

Caracollando sugli alti tacchi, con la riga delle calze a rete leggermente storta la signora risalì sulla Smart e si avviò verso casa.

giovedì 26 giugno 2008

Distensione e trasfusione.


Ahmed è un facoltoso palestinese, ma ha una malattia rarissima che può essere curata solo con una trasfusione di sangue.
Purtroppo il suo sangue è di un gruppo più unico che raro.
Dopo molte ricerche l'unico donatore compatibile è un ebreo ortodosso di nome Cohen.
Ahmed vinta ogni differenza religiosa ed etnica telefona a Cohen.

"So che lei è ebreo ortodosso, io sono palestinese, ma ho bisogno di una trasfusione o morirò, lei è l'unico al mondo che mi possa salvare", disse Ahmed con il cuore in mano.
"E' un problema di coscienza, le darò il mio sangue", rispose Cohen.
Dopo la trasfusione, Ahmed sta benissimo e per ringraziare il donatore gli regala una Roll Royce nuova fiammante.

Passa un anno e Ahmed ha bisongo di una nuova trasfusione, chiama di nuovo Cohen che egli risponde come la volta precedente: "E' un problema di coscienza, le darò il mio sangue".
Ahmed torna sano come un pesce e manda in regalo una Bmw, sempre una bella autovettura, anche se meno prestigiosa della precedente.

Passa ancora un anno e i valori del palestinese scendono sotto i livelli di norma.
Ancora telefona a Cohen ed ancora il donatore gli risponde alla stessa maniera: "E' un problema di coscienza, le darò il mio sangue".
Ahmed finalmente sano manda in regalo a Cohen una bicicletta.

Cohen alla vista del regalo è furente e così telefona ad Ahmed: "Come fai? Dopo tre volte che ti salvo la vita a regalarmi solo una bicicletta?".

Ahmed imbarazzato gli risponde: "Hai ragione, ma non è colpa mia, è colpa di tutto questo sangue ebreo che mi ritrovo nelle vene!!!"

martedì 24 giugno 2008

Amici e sacrifici.


Egli, era disperatamente innamorato, quasi alla follia.
Vederla anche per un attimo in ufficio gli faceva tornare il cuore in gola come da ragazzini.

Lei aveva acconsentito inaspettatamente una sera ad accompagnarlo, e poi saliti in casa avevano fatto l’amore, da allora lui viveva per un suo cenno.
Fredda e scostante durante il lavoro, a volte bambina, spesso si sfogava con lui per la relazione con il “capo” dal quale era stata sedotta ed abbandonata. Egli soffriva e agognava nello stesso istante, lo avrebbe avvelenato se solo lei lo avesse chiesto.
Lo teneva su una corda tesa e ogni tanto (ma molto raramente) gli donava il paradiso.

Mi raccontò questo, il mio amico, guardandosi le mani bianche, e stringendole così forte da far impallidire ancora di più le nocche. Fissava un punto indefinito della stanza, mentre parlava con un tono imbarazzato e sognante di amor disperato.

“Ti aiuterò”, gli dissi e lo congedai pensoso.

La trovai dopo un paio di giorni in quel locale dove sapevo che usualmente andava con le sue amiche. Chiacchiere amene, molti drink, poi una proposta indecente.
Lei rise e accettò.
Giunti a casa, fumo, alcol e anche altro, poi arrivò Tano, il mio conoscente superdotato.
La possedemmo entrambi anche insieme con inaudita violenza e libidine, togliendoci ogni voglia.
Esausti ci salutammo con la certezza che non ci saremmo più rivisti. Quello che volevamo gli uni dall’altra lo avevamo avuto ampiamente.

Dopo, nel silenzio della stanza ancora satura dell’odore dell’orgia sorrisi e visionai il filmato amatoriale che avevo fatto a sua insaputa.
Ne mandai una copia al mio amico e una invece per mio piacere la pubblicai su you-tube.
Prima di addormentarmi profondamente pensai: “A volte il male si vince con il male, però quella...Che gran bella troia!”.

Caslinga non disperata

Deborah, nonostante il caldo terribile di quei giorni, da brava massaia, si accinse a stirare il bucato, e per soffrire meno si mise in libertà, solo slip e reggiseno.
Alessio, di ritorno dal lavoro, entrando in cucina, la vide così, di spalle, con quel suo corpo perfetto che ondeggiava di fronte all'asse da stiro.
Le coprì gli occhi con le mani, la baciò teneramente e le disse parole eccitanti all'orecchio e, scattò la passione.
Alessio, ti prego, no, non ora, Alessio, non voglio, dai, sento male
Sì bella maialona, dimmi di no, che mi ecciti ancora di più.

Mentre aspettavano il loro turno al pronto soccorso, insieme ripassarono la scusa che si erano inventati per giustificare le ustioni di ferro da stiro che lei aveva sulla schiena.

Calcio in Costume

Moreno, capitano della squadra dei Rossi era pronto per entrare in campo e giocare la finale del calcio in costume.
Piazza S Croce era rovente, piena di turisti urlanti, ma lui sapeva che se avessero vinto Vanessa gli si sarebbe concessa, in barba al fidanzato Manuel, suo compagno di zingarate.
Botte, sudore, magliette strappate, ma "meta" dopo meta i Rossi trionfarono.
Moreno, sudato, pieno di lividi, corse a casa a fare la doccia, accendere il diffusore di profumo Gled e mise il moscato Bosca in frigo, perché lei stava per arrivare.
Eccola, meravigliosa, con i suoi sandali di laminato, pieni di strass, l'orecchino al naso che gli faceva venir voglia di leccarglielo, il tatuaggio tribale sul coccige, tutto nero, inquietante, e che lui avrebbe visto muoversi al ritmo dei suoi movimenti pelvici.
La prese in ogni modo, con dolcezza, con forza, con fantasia, e poi finalmente, ebbe ragione del suo meraviglioso culo.
Lei, ebbra di piacere gli gridò Sìììììì, fammi male, fammi male
Lui, annichilito dal piacere, vedendo quel bianco sedere che si muoveva davanti a lui, e ricordando la partita di poco prima, pensando di fare meta, le dette dei cazzotti sulle anche, come se invece di Vanessa si trattasse di un giocatore della squadra avversaria, e poi si lasciò andare, dentro di lei.

Ovvia ciccina, che t'è garbato ? chiese lui
lei non rispondeva
e parlò molto poco anche nei giorni successivi, soprattutto fu molto evasiva sul perché di quel dolore persistente alle anche e sul perché non riusciva a camminare che come sulle uova, appoggiandosi continuamente ai muri.

Agenzia Matrimoniale

Cerco agenzia matrimoniale per ciccioni, ho 60 anni e da non so più da quanti anni non batto chiodo.

Margherita, detta Tona da tutti i conoscenti, affidò le sue ultime speranze ad un così stringato annuncio, di trovare un cuore che battesse per lei ed un altro organo che la sbattesse.

Come per miracolo, dopo qualche giorno, la chiamò la Signora Anselma, dicendo che loro erano l'agenzia che lei stava cercando.
Si presenti domani alle 16, e se il suo peso è superiore ai 145 chili l'iscrizione per i primi sei mesi sarà gratis.

Tona, col cuore in subbuglio si vestì come meglio le consentiva la sua mole, si truccò, chiese aiuto per farsi dare lo smalto sulle unghie dei piedi, che da anni non vedeva a causa della pancia prominente, e si avviò piena di speranze.
Riempì il modulo, coscienziosamente, mettendo la sua animona a nudo, e aspettò.

Aspettò, aspettò, aspettò, e l'ansia la divorava, faceva mille volte il corridoio per controllare se il telefono era funzionante. Saliva e scendeva le scale del palazzo 10 volte al giorno per vedere se l'amore fosse arrivato per posta, ma niente.

Fino a che un giorno un uomo gentile le telefonò, presentandosi, dicendole che anche lui aveva vissuto una vita di umiliazioni a causa della stazza, che il suo cuoricione era pieno d'amore, ma che nessuna era mai andata oltre il suo penalizzante aspetto.

Fissarono per il giorno stesso, al parco, di fronte al venditore di hamburger, hot dog, patatine fritte, per scrofolarsi insieme tutte quelle porcate senza che l'altro lo guardasse con disprezzo.

Tona arrivò con le guance piene di virginale rossore, lui era già ad attenderla, con un bouquet di piantine grasse, tutte fiorite.

Lei lo guardò e si illuminò, lui guardò lei, ed il sorriso gli morì sulle labbra
Stronza bugiarda zoccola, e tu saresti la cicciona che aspettavo ? Ma vai a pigliattelo in quelle mele secche che hai ! Buttò via il bouquet e se ne andò.

Tona, durante l'attesa di un uomo che la chiamasse aveva scordato di mangiare, salendo e scendendo le scale mille volte al giorno si era rassodata, correndo su e giù per il corridoio aveva fatto tanto moto, e senza accorgersene era dimagrita, tanto.

Tona guardò tristemente la gonnona che le ciondolava sui fianchi, ordinò un triplo hamburger con maionese e ketchup e pensò: ora mi tocca ricominciare tutto da capo. Già, ma cosa ? Ingrassare o cercare un fidanzato di taglia inferiore ?

Tenere favole

Il topo montava infoiato la grande elefantessa.
Inavvertitamente ella si appoggiò ad un albero e cadde un noce di cocco proprio sulla sua testa.
"Ahia!", disse la proboscidata e il topo di rimando: Godi puttana!

lunedì 23 giugno 2008

Il seduttore

Come ogni lunedì mattina il brillante architetto lanciò nell'etere i suoi sms romantici, intriganti, sensuali, così da poter raccogliere, per il venerdì sera ed il sabato, almeno un'adesione ai suoi week end tutta passione.
Le dita digitavano veloci, il segnale "messaggio inviato" si susseguiva rapido, come lo scorrere della sua rubrica. Ebbe un attimo di esitazione: le scrivo, non le scrivo ? Ricordava bene gli effetti collaterali dell'ultimo carteggio avuto con quella donna diabolica.
Al massimo mi dice di no, pensò, e pigiò INVIA.
La sua risposta non tardò ad arrivare, ed egli, col cuore in subbuglio la lesse
.......
Maremma maiala, sibilò fra i denti bianchissimi, me l'ha ammosciato fino a giovedì, ma il prossimo, mi tocca andare a Tonfano con la mamma anche questo week end, e una lacrima gli cadde sulla cravatta di Ferragamo.

Il meschino non sapeva che lei era cintura nera di sms e che era in un momento di fulgore creativo.

True lies


Abbacinato dai flash entrò nella grande hall con passo elastico sul tappeto rosso spesso tre dita.

Giunto alla sala del grande party vide che non mancava nessuno della high-society, ma si accorse che il ghiaccio era finito.
Lei lo guardò con i suoi occhi neri incredibilmente latini e con quel vestito da torero che, aderentissimo, le segnava le forme perfette.
Estrasse la spada e chiese: ghiaccio?

“No grazie, il martini lo bevo sempre caldo”, disse lui stringendosi i gioielli ormai ridotti a due pisellini primavera dalla paura.
Veloce si diresse al bagno, ed ancora spaventato si sbottonò i pantaloni, assicurandosi che la porta fosse ben chiusa.
Guardò il contenuto e rivolto lo sguardo al cielo disse: Mag-nifico!

domenica 22 giugno 2008

Quesito

Se uno ha le emorroidi a grappolo invece dell'intervento gli fanno la vendemmia?

La medicina al servizio dell'uomo

Vista l’eccezionale affluenza di clienti il supermercato aveva finito i carrelli ed i cestini, la folla premeva all’ingresso, vennero distribuite compresse di Viagra ed un capiente shopper ai signori per poter permettere loro di effettuare gli acquisti con calma e serenità in virtù delle mani libere.

sabato 21 giugno 2008

Raccolta differenziata

Dopo le ultime ed inflessibil disposizioni anti-inquinamento il raffreddore era diventato una malattia temutissima, soprattutto da coloro che in tempi passati usavano fazzoletti di carta.
Anatolia, che quell'inverno fu colpita dalla terribile jattura ben più di una volta, rilesse nuovamente le istruzioni sul pacchetto di "Tempo": Dopo avere utilizzato il fazzoletto l'utente è obbligato a rimuovere quanto raccolto e porlo negli appositi contenitori per il riciclo, mentre la parte di cellulosa verrà normalmente gettata nei cestini per la carta. Le caccole devono essere appicciccate sotto seggiole, banchi, scrivanie dell'odiato collega.

Ricordiamo inoltre che quest'anno il progetto "il mio muco al futuro conduco" comprenderà l'utilizzo dei materiali raccolti per incollare i manifesti elettorali e, sotto l'alta egida del WWF, come lubrificante per lumache che, a causa di traumi infantili, quando strisciano non lasciano scie.

Anatolia pianse al pensiero di quante piccole lumache avrebbe potuto aiutare col suo raffreddore, ma incoscientemente si pulì il naso sulla pelliccia della collega che da un'ora era chiusa in archivio col direttore.

Turiste


La signora accaldata, con i suoi sacchetti di Ferragamo, Gucci, Valentino, arrivò, in bilico sui sandali tacco 12, nel piccolo negozio di Souvenir in Piazza della Signoria.

Cestini pieni di campanili di Giotto, porta carta igienica a forma di Palazzo Pitti, piccoli cessi con scritto "a Firenze andai, a te pensai, questo ricordo ti portai".

Poi il suo sguardo fu attratto da un originale ferma libri in bianco gesso.

Certo, osservò la signora, indicando con le dita magre e curatissime, con unghie di un rosso inquietante, a Firenze tutto è arte: unico veramente quel volto senza occhi, quel naso importante, quei capelli ricciuti, quelle guance cadenti, ma un volto senza occhi, forse per lasciare a noi l'espressione di tanta intensità.

- O Signora, ma icché la dice ? disse l'anziano proprietario alzando gli occhi dalla Gazzetta dello sport

- Buon uomo, sto parlando di quel volto senza occhi, là, quel ferma libri.

- Senta signora, io un lo so quanto è che la un tromba, ma di sicuro so che quello gli è l'uccello di Davide di Michelangelo, unné il naso, e quelle un son le gote ma le palle. E gli occhi lì un ce l'ha mai avuti nessuno. Però magari se attraversa la piazza la lo vede da sé, a grandezza naturale.


La signora uscì dal negozio, senza acquistare nemmeno una torre di Pisa che cambia colore col tempo.

Origami

La ragazza si fermò al semaforo, la mattina era fredda e nebbiosa.
Un'altra auto si fermò accanto a lei; l'uomo la guardò e lentamente si infilò il dito indice nel naso, estraendone una pallina grigia e molle.
In silenzio, senza mai staccare lo sguardo da lei, la rigirava fra le dita, lentamente, come cercasse di percepirne ogni millimetro della superficie.
Lei, disgustata, guardava davanti a sé, aspettando che scattasse il verde.
Lui, finito di impastare, si sporse sul sedile accanto, abbassò lentamente il vetro e appiccicò, sul vetro dell' auto della ragazza, una caccola che riportava perfettamente la sua immagine, il profilo delicato, il nasino alla francese, il labbro imbronciato, la curva sensuale della nuca.
Scattò il verde, lui partì. Lei fece per chiamarlo, ma era già sparito nella nebbia, e fu subito un ricordo.

venerdì 20 giugno 2008

Scemo chi legge

così imparate a fare le persone serie

Haltzeimer

Era così sfigato che aveva la demenza senile dalla nascita.

Pezzettoni

Quanti bei pezzettoni, e che sughino! Presto trangugiate prima che si raffreddi, è vomito di vecchia, il migliore.

giovedì 19 giugno 2008

Chorus

Era stata dura, non si lavava da 27 giorni, nugoli di insetti impazziti vorticavano attorno alle luci perimetrali del carcere femminile quando, estratto il suo organo riproduttore rapidamente lo scappellò, dallo spesso strato di smegma si alzarono, visibili miasmi ed umori che andarono a saturare l'aria umida della tiepida notte estiva.
Dapprima lentamente poi in un crescendo vaghneriano dalle finestre munite di sbarre della casa circondariale si alzarono degli ululati che rapidamente si fusero in un canto di dolore e desiderio, era nato il coro a capella.

Poesia

Ti cadde l'ernia
non fece rumore
il sole stava tramontando
mentre ti stavo palpando