martedì 5 agosto 2008

Afrorismi V parte III


La sala era ampia, avvolta nella penombra della notte araba.
Dalle grandi arcate filtrava insieme alla luce delle stelle una leggera brezza che scostava pigramente le tende di organza multicolore e che donavano intimità al vasto salone.
Mobili di squisita fattura, arazzi e tappeti antichi di lana e seta, impreziosivano l'ambiente.
Punteggiavano poi gli angoli e i divani, come fiori primaverili, cuscini colorati e ricamati al modo orientale.
Disposti sui tavoli bassi di legno finemente intarsiato , piatti di frutta esotica e bottiglie di cristallo veneziano che contenevano ogni genere di bevanda, dalla menta aromatica delle Indie al latte di mandorle Siciliane, dal succo del cedro ialino sino anche alla liquirizia di Damasco.
Il cibo e le bevande parevano essere li ad aspettare di soddisfare ogni desiderio del palato.
Permeava ovunque una lontana melodia che profumava l’aria.

Pin-Nao, nonostante fosse uomo non estraneo al lusso ed alla raffinatezza, trasalì per un attimo a tale vista, come di sogno incantato.
Pi-Nin invece non staccava gli occhi dai glutei formosi e perfetti della loro accompagnatrice, umettandosi in maniera oscena e compulsiva il labbro sinistro.

Il maestro gli rivolse uno sguardo di commiserazione e il proto-umano né provò giusta vergogna.

Sedute o sdraiate nei modi più diversi, vestite solo di poche e preziose stoffe, si trovavano un pò ovunque le dame dell’harem.
Bellissime tutte, e tutte differenti per: razza, colore e forma. Vi erano alcune more dalla pelle di luna, altre biondissime origilnarie degli Urali, perfino donne dell'Africa con la pelle d’ebano che parevano scolpite, tanto era la perfezione del loro corpo. Non mancavano le orientali e mai Pin-Nao nella sua vita ne aveva veduto di così belle, anche nella natia Cina.
Tutte però, erano accomunate dal fascino e dallo splendore che solo la Natura può donare e la gioventù esaltare.
Erano circa una cinquantina di donne che osservavano, silenti e sorridenti, il Saggio e il suo allievo.
L’atmosfera era satura di femminilità e lussuria inespressa.

Pareva di muoversi in un lago caldo posto al centro del ventre della madre terra.

Pin-Nao si inchinò alla foggia mediorientale salutandole, ma le parole che stavano facendo seguito al gesto gli morirono in bocca alla vista di Lei.

Sherazade, la grande O-la-dà-o-lisca procedeva seminuda fra due ali di compagne che si scostavano al suo passaggio e parevano sparire al suo procedere come l’ombra si ritrae di fronte al sole.
Scalza, camminava lentamente con quei piedi perfetti, le gambe dritte e tornite, i fianchi sinuosi che parevano disegnati per l’amore, il ventre piatto e il seno florido. Il corpo di lei emanava un’energia felina, ma era nulla paragonato al viso, che pareva un sortilegio fatto per ogni uomo che avesse solo posato lo sguardo su tanta femminilità.
Occhi blu da gatta, misteriosi e indagatori, si stagliavano su un viso perfetto contornato da una cascata di capelli neri con riflessi color cobalto.

Ella posò il suo sguardo profondo prima sul Maestro e poi, accompagnandolo con un lieve sorriso benevolo, sul giovane Pi-Nin.
Anche la musica tacque in quel momento di studio e seduzione silente.

Occhi negli occhi, Pin-Nao e Sherazade si fronteggiavano come due guerrieri rispettosi della forza dell’altro, forza della Natura certamente e
del mistero che rende unici un uomo e una donna intessendoli di magia.

Lei gli porse la mano bianca e curata. Pin-Nao la baciò sfiorandone appena il dorso morbido come pesca noce, un leggero effluvio di mirra inebriò il Sommo che fu attraversato da un brivido lungo la schiena di magnitudo sette di intensità.
Il quadro idilliaco però venne inaspettatamente sciupato dalla comparsa di un omone grasso e sudato.
Nulla infatti poteva accadere nell'harem senza che il perfido eunuco De Pretis non ne venisse a conoscenza.
Egli era l'occhio e l'orecchio del Sultano Onan (non potendo essere altro per ovvie ragioni).
Pi-Nin non visto stabuzzò gli occhi e si tocco i gioielli come segno scaramantico.

Continua…

6 commenti:

Haemo Royd ha detto...

Nell'harem eravi nana attanata aut almeno pastorella sudaticcia?
Attendo con trepidazione il trombìo.
Haemo

Visir ha detto...

Stare dietro alle vostre integrazioni sulla sceneggiattura mi fa venire il fiato corto.

Comunque almeno per la nana provvederò nella parte IV, magari la faccio innamorare di Pi-Nin...Chissà!

Porporina ha detto...

Se qualcuno volesse essere così cortese da spiegarmi perché Pi-Nin invece che un labbro di sopra e uno di sotto ne aveva uno sinistro e quindi presumo anche uno destro, forse si capirebbe anche perché Pin_Nao se lo porti dietro.....
Porporina di passaggio a Firenze, che non vedeva l'ora di leggervi

Jean du Yacht ha detto...

Forse il secondo nome di Pi-Nin è Bonifacio, cara Porporella che mi manchi tanto.

frammentidivita ha detto...

Buone ferie!!!

Haemo Royd ha detto...

Porporina ti adoro! Mi hai aperto gli occhi!