venerdì 19 settembre 2008

Cuore di mamma


“Ora il Matteo fa il corso di baby english”, disse la magra signora seduta al bar con il suo vestito alla moda rivolta alla sua amica, anche lei magra e vestita alla moda.

Entrambe avevano la faccia di chi non ha mai dovuto lavorare per pagarsi il necessario ne il superfluo.

“Quanti anni ha ora il piccolo”, chiese partecipe l’amica sorseggiando il suo latte appena macchiato.
“Tre, ora gli ho comprato anche una scrivania multifunzionale che può sollevarsi man mano che il suo sviluppo è “in progress”.

Le mamme qui a Milano parlano come manager rampanti.

Mostrò poi lo sviluppo di peso e altezza del suo erede rappresentato in un diagramma in un “back- up file” del suo palmare.
Si confrontavano le due signore della buona società, parlando contemporaneamente, come solo certe donne sapevano fare e realizzando così l’ottimizzazione del tempo libero con il doppio di cazzate.

Ora è il turno dell’amica che illustra con un programma scaricato da "Donna Moderna on line" tutti i possibili sviluppi interattivi che il pupo può realizzare per la programmazione della sua carriera.

Al mio tavolo, vicino al loro, sorseggio silenzioso un caffè in questo elegante bar del centro.
Un pensiero mi attraversa la mente e disegna sul mio viso un mezzo sorriso malevolo: -Pensa che ridere se a sedici anni "il Matteo" gli diventa tossico-.

6 commenti:

Porporina ha detto...

Secondo me si ride ancora di più se il Matteo va in seminario per diventare gesuita, cammino che necessita di dieci anni dieci di preparazione.

Jean du Yacht ha detto...

E se diventa tossico gesuita?

Porporina ha detto...

lo buttano fuori prima, credimi, e discutere con un gesuita è roba tosta, anche per uno strafatto

Haemo Royd ha detto...

E pensa se Matteo, sotto il segno del compasso e della squadra diventa un mettinculo come il suo papi e il suo nonnino, al di sopra del formicaio, sorridente nella sua Porche con accanto una strafica superintelligente. :-(

Visir ha detto...

Alla fine,cari amici e caro dott. Royd, siamo tutti formiche all'assalto della zuccheriera.
Fuori le formiche che tentanto di entrarvi attirati dallo zucchero visto all'interno del vaso trasparente. Brulicanti in faticosa ascesa e soverchiandosi le une con le altre. Dentro le poche talmente sazie di zucchero da averne la nausea e diventano quasi bianche.
In questo quadro manca come sprone per tutti la voglia di una reale emancipazione, cioè la consapevolezza che per saper vivere bisogna saper morire.

Mi ricordo l'esortazione che trovai scritta nel famoso libro di Pin-Nao: "Non trascorrere il tuo tempo invano, ma sopra ogni cosa non dimenticarti di indagare il mistero".
Mah!

Jean du Yacht ha detto...

Indagato il mistero, una volta individuatolo, per affrancarcene si dovrà procedere a "m'isterectomia"?