martedì 2 settembre 2008

Il centauro pesto (l'adunanza?)

Pin-Nao, monaco Taoista e Maestro di massimi sistemi, dormiva e sognava.

Un sogno particolare, visionario e preveggente, come spesso gli accadeva quando mangiava troppi involtini primavera in salsa wasabi e beveva la grappa al temibile fungo Fugurai giapponese, dono di un Visir ottomano.

La profezia era avvolta dalle nebbie di un futuro lontano. In questo paesaggio onirico i suoi passi calpestavano una strada grigia fatta di una terra compatta senza polvere. Intorno: pagode di pietra alte ma diverse da quelle cui era abituato.
Il rumore del mare giungeva da lontano, misto al profumo di basilico e pinoli.
Inaspettatamente gli apparve da dietro un angolo un mostro orrorifico a due teste che parlava una lingua bizzarra e cantilenante.
L'essere deforme lo guardava curioso con una leggera nota canzonatoria nello sguardo, specie nell'occhio sinistro. Molto sinistro avrebbe detto il monaco.

"Sei tu forse un demone?", domandò Pin-Nao, sbarrandogli la strada e adottando l'invincibile posizione della gru infinocchiata.
Il demone di rimando proferì parole dal sapor oscuro: "Te sbati il belin su scheeja, brut cines".
Il Maestro colse la velata minaccia e per precauzione gli affibbiò un potentissimo calcio volante sincopato nelle gonadi.

Il diavolo bifronte cadde a terra con un barrito e ratto si trasformò in uomo: magro e dai capelli di un biancore abbacinante. Il mostro ora di forma protoumana montò, agile come un Panda gravido, su uno strano cavallo a due ruote parcheggiato nelle vicinanze. Sparì poi rombando all'orizzonte, gridando al vento con voce ora più acuta: "Porporina adesso come fo!".

A terra, dimenticato dalla creatura degli Inferi, una piccola pergamena vergata con il nome e l'indirizzo di un noto taumaturgo locale.

Il mistero si infittiva, le ombre si aggiungevano al buio. Mai Pin-Nao aveva veduto un simile prodigioso connubio di fatti e parole.

Egli si svegliò di soprassalto e chiamò a gran voce il fedele allievo.
"Pi-Nin! Non servirmi più involtini primavera per cena e sotterra lontano la botte di Fugurai...poi dimenticane il luogo".

Il giovine allievo, nella stanza accanto, interuppe per un attimo l'abituale allenamento onanistico nottourno e pronto rispose fra i grugniti: "Va bene maestro...Ora vengo".

Inspiegabilmente però, vicino al suo letto, Pin-Nao trovò il piccolo biglietto del sogno con l'indirizzo del grande Ippocratico. Avrebbe forse sfidato nuovamente l'ignoto seguendo questo segno del Tao sempiterno? Il futuro era però ancora incerto.

Riprese infine il suo sonno profondo, simile a quello della tigre sulla montagna, ma il presentimento di una grandiosa adunanza si fece strada in lui sempre più.

Tratto da: "Le centurie di Pin-Nao" IV sec. A.C.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

what happened to the other one?

Anonimo ha detto...

very cool.

Porporina ha detto...

a bocca aperta,come sempre.....

Visir ha detto...

In che senso, verginale vestale?

Porporina ha detto...

leone ascendente leone, mio adorato, non vergine.

Visir ha detto...

Arf! Paura! :D

Porporina ha detto...

paura del mio segno ed ascendente o paura che alla mia età, già, avrebbe detto il buon Manzoni, sinodale, che fossi ancora vergine, nel qual caso rappresenterei un pericolo per qualsiasi uomo al di sopra dei 18 anni (al di sotto è reato, credo)