lunedì 23 marzo 2009

Introspezione


Stava riflettendo e così si era spinto in fondo, forse troppo rispetto ai suoi limiti.
Era sceso profondamente e aveva osservato con attenzione il panorama che cambiava. Prospettive tenebrose e sepolcrali andavano disegnandosi davanti ai suoi occhi. Non era mai stato un ottimista ma ora gli pareva che ogni cosa si tingesse di nero.
Il respiro affannoso e il freddo che cominciava a entrargli nelle ossa furono le avvisaglie che si era certamente spinto troppo oltre.

Non aveva dato ascolto ai consigli di sua madre che lo voleva ragioniere.
Non aveva neppure ascoltato suo padre che lo voleva sposato, magari con dei figli da crescere.
Non era rimasto con gli amici che lo volevano a casa, invece era sempre in giro per il mondo come un vagabondo.
Aveva sempre cercato qualche cosa di più senza però trovarla.

In un inspiegabile moto di ebbrezza gli sovvenne la sua gioventù come in un film. Fotogrammi scomposti passarono davanti ai suoi occhi scorrendo a casaccio con le immagini della sua vita. Rivisse una miscellanea di momenti, importanti e banali, in un collage senza forma e senza soggetto.

A cosa era servito vivere, amare, soffrire, lottare se ora doveva finire?
Quale era il senso di questo lungo viaggio che non portava a casa?

Furono gli ultimi pensieri, poi il mare immenso come una pietra tombale parve schiacciarlo.
Chissà poi perchè aveva scelto di fare il palombaro.

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