lunedì 22 giugno 2009

La venticinquesima ora


Vivere è distillare dalla Vita la parte migliore, come un profumo che è fatto di essenze mescolate per crearne la fragranza.
Percezioni, sensazioni, emozioni, sentimenti, intuizioni, come un buongustaio, da ogni frammento trarne un prezioso boccone.
Per chi vede il mondo dei fenomeni esiste un inizio e una fine, chi vede la realtà invece sa che non vi è inizio né fine.

Dispiacersi dell'ultima ora di vita è dispiacersi di tutta la propria vita.
Lei si approssima sempre veloce. E' quel fatidico ultimo giorno che arriva sempre presto.
Immaginando di avere a disposizione pochi minuti di vita, forse un’ora appena mi ritrovo a spronarmi per godere di più, osare di più.
Come affronterò il giudizio più spietato: quello di me stesso?
Come avrei potuto, mi domando ancora, provar piacere e assaporare di più ogni istante?
Provaci ora! Mi risponde il cuore.

Preparandomi alla morte imparo a vivere e se perfino la sabbia con il tempo diventa polvere, non è proprio il caso di badare alle convenzioni e alla reputazione. Resterà così poco di quanto trascorso.
Morire per “sempre” a questo mondo è un onore che va guadagnato.
.
La vita non è mai gratuita e si paga con la moneta del tempo.
Tempo che ci è stato regalato, ma quanta valuta abbiamo ancora nelle tasche non ci è dato di saperlo.
Non voglio più spendere è il momento di cominciare a guadagnare, e realizzare così in quel giorno, forse in quella ora una morte perfetta.
.
Creo per me la venticinquesima ora: ogni giorno.
.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

Qualche sconto sulla 25ma ora?

Visir ha detto...

Né sconti né saldi.
E comunque il mio era uno scritto positivista, quando scrivo seguendo l'onda del pessimismo semino suicidi lungo la mia strada.
Come diceva un antica poesia cinese:
"I fiori di un giorno solo
nascono ai lati di un sentiero dimenticato.
Magnifico!".
Ciapa Lì (Monaco taoista VI sec) :)

beyk happel ha detto...

Tutta la teoria dell'universo si rivolge immancabilmente ad un unico individuo.
Ossia a Te.


Questo l'ha scritto Walt Whitman.
Basterebbe solo impararlo a memoria.

beyk happel ha detto...

Il condizionale è d'obbligo... ;)

Haemo Royd ha detto...

"Lei ha un'ora di vita purtroppo" disse Haemo al signore in grigio seduto di frone a lui.
"Madonna! Cosa posso fare Professore?" disse il Poveretto con voce angosciata e rotta.
" Non so...si legga un bel libro, faccia un puzzle...avanti un altro!"

Jean du Yacht ha detto...

io, al posto del poveretto, avrei scelto "avanti un altro". [ma poi, seduto di frone, che cazzo significa?]

Visir ha detto...

Lei dottor Royd è caritatevolmente spietato, a volte anche negli errori ortografici.
Per Sua fortuna il fido Jean du Yacht le sta, come si usa dire: a culo.
Un piccolo consiglio però: non si fermi mai di scatto. :)

Al signor Beyk rispondo semplicemente che secondo me le regole non esistono. Ognuno ha i suoi principi e la cosa finisce lì.

Mi sovviene la meravigliosa scena del film "Non è un paese per vecchi", dove il killer (cattivone) punta il suo fucilone contro l'altro killer (meno cattivone) e gli dice: "Se i principi che hai seguito sino ad ora ti hanno portato a questo punto ed i miei invece mi hanno portato ad avere un fucile puntato contro di te, dimmi...Quali sono secondo te i migliori?".

La realtà il più delle volte se ne sbatte delle nostre idee. :)

beyk happel ha detto...

Esimio Vizir Visir (il primo come titolo, il secondo come nome), Lei mi solletica!
Quindi Le regalo un'altra magnifica massima di un Anonimo genovese:
Nu fase mangia u belin dae musche
Per la traduzione citofonare Haemo e/o Jean.

Visir ha detto...

Non farsi mangiare excalibur dalle mosche? E' questo il senso?
E' una frase un po' criptica direi quasi necrologica.

In merito ai traduttori, la informo che quei due che lei nomina, non hanno citofono in quanto noti clochard dei caruggi. Senza dimora e senza remore si collegano futivamente(e gratuitamente) ad un internet point del porto grazie ad un pertugio nel muro. Quivi compiono le loro scelleratezze informatiche.
Lo seppi da un mio amico che lavora alla Caritas che li conobbe...Oh se li conobbe!

Porporina ha detto...

Vogliamo parlare di quando citofonarono a Haemo e lei si ritrovò con un cavolo grande come una mongolfiera nel bagagliaio della macchina ?
Fu allora che decise di toglierlo

Visir ha detto...

In effetti signorina Porporì Lei mi ricorda fatti che avevo quasi dimenticato.
Che poi cercando Haemo mi sono ritrovato con un cavolo in mano è certo un segno del destino, direi un ammaestramento.
Spesso cercando una cosa se ne trova un'altra fossanche del cavolo.
Era buono, questo lo ricordo, quando lo mangiai come buona fu la nostra Adunanza. :)